lunedì 29 agosto 2011

6 settembre sciopero generale


L’AUTUNNO CI SORPRENDE.
6 SETTEMBRE SCIOPERO GENERALE!!!
Dopo un Agosto segnato da una manovra economica pretesa dall’Ue che ipoteca pesantemente le garanzie sociali nel nostro paese, dal crollo delle borse e dal rischio di una recessione mondiale Settembre parte nel segno delle lotte. Martedì 6 settembre è stato indetto uno sciopero generale a cui hanno aderito i principali sindacati italiani.
Dopo mesi in cui il dibattito politico è stato fossilizzato attorno alla figura del premier e al futuro del suo inconseguente governo,i tagli alla spesa pubblica, i pesanti attacchi ai diritti fondamentali dei lavoratori, la sempre più precaria situazione del comparto scuola/università riportano al centro le tematiche del lavoro, del reddito e dei diritti.
Lo sciopero del 6 settembre in vista della chiusura dei lavori parlamentari sulla manovra è un nuova occasione per affermare la nostra indisponibilità ai sacrifici e all’austerity impostaci per salvare le banche e i grandi capitali.
Costruire una grande giornata di lotta assieme ai sindacati di base e a tutte quelle forze sindacali e sociali che non hanno mai fatto della concertazione e della complicità la propria politica, è fondamentale per non cadere nella trappola di quei soggetti politici e sindacale che vogliono ancora una volta ingabbiare la nostra rabbia all’interno del progetto di un governo tecnico di unità nazionale che si ponga a completa disposizione dei dictat dell’Unione Europea. Non ci fidiamo e non ci fideremo mai di quei partiti e sindacati che continuano a vedere nell’Ue e in un nuovo compromesso sociale l’unica strada per uscire da una crisi che i settori popolari, gli studenti e i lavoratori stanno subendo ma non hanno provocato.
Come collettivo Studenti Comunisti aderiamo allo sciopero del 6 Settembre e invitiamo tutti gli studenti e le studentesse, i docenti i precari i ricercatori e tutti i lavoratori del comparto scuola-università ad aderire allo sciopero contro il ridimensionamento dei finanziamenti all’istruzione e i tagli alla spesa pubblica.
Contro l'austerity
con i popoli d'Europa in rivolta, fuori dalla Ue

Collettivo Studenti Comunisti Bologna

domenica 21 agosto 2011

Dopo londra

La “linea di condotta” del Governo britannico in risposta alle lotte proletarie degli ultimi giorni non è cosa che va sottovalutata. Molto genericamente si potrebbe parlare di repressione piuttosto dura accompagnata ad un’altrettanta irremovibile “linea della fermezza.” La liquidazione di queste insorgenze come puri e semplici atti di teppismo, condotte da masse di emarginati sociali, sembrerebbe in gran parte confermarlo.
In realtà le cose, a uno sguardo un poco più attento, si mostrano decisamente più complesse. Limitarsi a parlare di repressione diventa pertanto abbondantemente limitante. Il fatto che, un potere politico, utilizzi un certo grado di forza per sedare una situazione finita fuori controllo, di per sé, non è particolarmente significativa. Decisive, piuttosto, si mostrano le cornici all’interno delle quali gli attori sociali sono ascritti e i “modelli militari” utilizzati per riportare la situazione entro la “normalità”.

INDIPENDENZA E CONFLITTO SOCIALE. ROMA BENE COMUNE PROPONE UN INCONTRO NAZIONALE IL 10 SETTEMBRE

Appello per l'incontro.
Molte ed importanti sono le mobilitazioni e le lotte che hanno scandito il ritmo della stagione politica che stiamo tuttora vivendo e animando. Emblematici sono stati, e sono, i conflitti delle popolazioni campane sul tema dei rifiuti e delle nocività; le rivolte dei migranti dentro e fuori i CIE; le mobilitazioni degli studenti contro una università sempre più escludente, selettiva e soprattutto contro una condizione di precarietà sempre più feroce ed invasiva; la grande avventura referendaria, straordinaria scommessa giocata e vinta dal basso; ora, ma non da oggi, la resistenza e la ribellione della popolazione della Val di Susa contro la folle aggressione TAV ai danni del territorio e delle sue risorse; passando certamente per la data del 14 Dicembre a Roma,

il colonialismo italiano


intervista a david harvey